
Indossiamo, una giacca antivento, un giubbotto di salvataggio e un ridicolo gonnellino elastico di neoprene, prolungato sul davanti e sicuramente degno di una lady gaga. Saliamo sul solito furgoncino che questa volta trainava un carrello con 4 kayak, dei quali due monoposto. Insieme a noi l'altra coppia, ugualmente abbigliata a parte una graziosa coppia di cappellini coordinati.
Ci vengono spiegate alcune nozioni basilari sul come entrare nel kayak, le basi del pagaiamento (!!???) e come uscirne in caso di attacco di pinguini. Saliamo e veniamo spinti in acqua. Jes mi ricorda che, essendo dietro avre dovuto seguire il ritmo dato da Sara e sarei stato al timone, da manvrare coi piedi.
In questo frangente risultarono subito evidenti le terribili limitazioni dell'essere umano maschile. La peggiore di queste è sicuramente la nota incapacità di compiere più azioni contemporaneamente: pagaiare e mantenere la rotta allo stesso tempo mi era impossibile. Figuriamoci mantenere il ritmo di Sara...
Mentre io e lei cercavamo di coordinare le pagaiate o perlomeno di muoverci in avanti, l'altra coppia filava in perfetta sincronia verso la costa come una galera lanciata a tutta velocità. Lentamente capiamo come gestire il kayak, anche se non c'era comunque verso di muovere all'unisono le pagaie. Puntiamo verso Adele Island, riserva naturale abitata da uccelli nativi e alcune foche, mentre una fastidiosa pioggerellina scendeva su di noi.
Il giro prosegue con incagliamenti nella sabbia, brevi escursioni, con tanto di balzi atletici per attraversare piccoli torrenti, e picnic su calette deserte e lussureggianti raggiungibili solo via mare. Alla fine il tempo è stato più che dignitoso, permettendoci di godere pienamente di questo gioiello situato nel nord della south island.
2 commenti:
Davvero complimenti! Siete splendidi!!
Sonia
I miegliori "turisti per caso" di cui io abbia mai letto le mitiche imprese!!!
Siete veramente due temerari...
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